Geum urbanum L.
Sinonimi: Geum caryophyllata Gilib., Geum hederifolium C.C. Gmelin, Geum hirtum Wahlberg, Geum mengelii Sennen, Geum roylei Wallich, Geum rubrifolium Lej. in Lej. & Courtois, Geum sordidum Salisb.
Famiglia: Rosaceae
Nome volgare: Cariofillata, Erba benedetta, Garofanaia, Ambretta selvatica
Etimologia: Geum deriva dal greco geno = che genera un piacevole profumo, riferentesi al gradevole odore di chiodo di garofano, della sua radice. Il nome specifico urbanum fa riferimento all’habitat della pianta che si sviluppa frequentemente nei pressi di abitazioni.
Morfologia:
Pianta erbacea vivace, ricoperta di peli rigidi, con un corto, duro, ruvido e robusto rizoma, contornato da radichette bruno-chiare dal quale si diparte il fusto eretto alto fino a 60 cm
La rosetta basale è formata da foglie con corto picciolo e irregolarmente pennate con la fogliolina terminale più grande delle altre ma tutte di forma ovale e dentate, le foglie cauline, sessili, sono costituite da tre foglioline oppure da una sola foglia divisa in tre lobi.
L’infiorescenza apicale variamente ramificata costituita da fiori caduchi, profumati, ermafroditi, grandi sino a 2 cm con 5 sepali triangolari e 5 petali giallo-oro, giallo-pallido.
I frutti sono una massa di acheni ricoperti da peli patenti , di colore rosso-scuro, ciascuno dei quali terminante con una spina ricurva, simile ad un amo.
Distribuzione – Habitat – fioritura:
In Italia è ampiamente diffusa dal mare alla zona montana (fino a 1600 m) dove vive nei boschi, nelle macchie, muri e in genere in luoghi freschi e ombrosi.
Fiorisce da Maggio a Luglio.
Proprietà ed usi:
I suoi principi attivi, contenuti principalmente nel rizoma, quali il glucoside geina, olio essenziale e tannini, le conferiscono proprietà digestive, astringenti, emmenagoghe.
In fitoterapia:
stimola l’appetito e la digestione e viene usata in caso di inappetenze ed atonie dell’intestino.
Il potere astringente derivato dai suoi contenuti di tannini ne consigliano l’uso in caso di diarrea, catarri intestinali ed infiammazioni del tubo digerente.
Per uso esterno se ne fanno colluttori e gargarismi per le infiammazioni della bocca e mal di denti ed alitosi.
Le vengono attribuite anche proprietà febbrifughe, cardiotoniche e antinevralgico.
In cucina:
le foglie tenere raccolte in primavera vengono consumate miste ad altre erbe, in insalata oppure lessate per altre preparazioni.
La radice essiccata per il suo caratteristico odore viene anche usata al posto dei chiodi di garofano, per aromatizzare brodi e stufati, ma anche birra, vino e liquori.
In considerazione delle sue forti proprietà astringenti, è consigliato un consumo moderato di questa pianta che in dosi elevate può procurare disturbi allo stomaco e all’intestino.
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